di Checco Tornielli –
Vivere il mare..se non hai mai vissuto un periodo a bordo di una barca a vela non puoi immaginare cosa ti aspetta!
Essere un equipaggio è una scuola di vita, un’esperienza essenziale. Ogni barca è un pianeta a se, un microcosmo autonomo itinerante alla continua ricerca nel coniugare le esigenze dell’equipaggio con i ritmi della natura. “Il mare comanda isso”!! La luce al risveglio e la notte che inizia a calare sono il ritmo che cadenza lo stare a bordo. Il vento e lo stato del mare sono la nostra guida per sapere quali posti visitare e per scegliere il momento migliore. Si raggiunge cosi’ il “mood”, il lasciarsi trasportare in questo o in quel posto a seconda degli elementi, giocando d’anticipo per prevenire meteo avverso o anche solo scegliere se rimanere o cambiare isola in base al gradimento. Sono queste le opportunità che caratterizzano il viaggio in barca; libertà lontane dagli schemi ai quali siamo abituati, soprattutto in città.
La barca va comunque vissuta diversamente in base alle aspettative, all’indole e alle esigenze dell’equipaggio: famiglie con prole, coppie, “single” e comitive di amici o lupi solitari “misantropi”. Tutti possono trovare nella crociera in barca i momenti emozionanti e memorabili che realizzano la “vacanza perfetta”.
La meta giusta va trovata scegliendo una rotta anziché un’altra e gli itinerari verranno scelti alla ricerca di coste o isole più’ o meno frequentate e attrezzate turisticamente. Il Mediterraneo conserva ancora luoghi quasi incontaminati; di contro isole come Ibiza, Formentera, Panarea o Mikonos sono capitali del turismo “Nightlife” internazionale.
L’elemento essenziale per godere di tutto questo in un senso o nell’altro è la barca che avete sotto ai piedi. Un “entità autonoma” dotata di una serie di apparecchiature complesse: gli impianti elettrici, idraulici, meccanici e velici che vanno costantemente tenuti in efficienza. La serietà di un armatore o di una compagnia armatrice di barche per il charter si misura dallo stato di manutenzione della barca, mezzo comunque soggetto alla salsedine e di conseguenza a corrosioni e usura. Le barche il mare se le mangia!! E proseguendo con gli antichi proverbi marinareschi: “per mare non c’è taverna”.
La normativa del diporto nautico in merito alle dotazioni di sicurezza e ai doveri del Comandante e delle compagnie di charter non ammette deroghe e trascuratezza; le responsabilità sono ben codificate. La riuscita di una crociera come “vacanza spensierata” dipende anche dai dettagli: il funzionamento efficiente di tutti gli impianti ma anche la pulizia. L’ordine, a bordo, è sicurezza; la conoscenza dell’ubicazione degli estintori e del loro utilizzo è opportuna ad esempio, come anche riporre gli oggetti, come una torcia, al proprio posto per poterle ritrovare in caso di necessità. Questi accorgimenti vengono “etichettati” nell’ambiente nautico come “familiarizzazione ” della barca.
Tutto quello che circonda lo stare in barca e il vivere una crociera educa ad uno spirito di squadra nell’equipaggio, che deve essere affiatato in manovra nei porti o in caso di improvviso maltempo; i turni di corvée cucina e di pulizie, ad esempio, sono una buona abitudine a bordo.
Ogni barca da crociera charter ha bisogno del suo “tender”, che sarà il mezzo per scoprire gli anfratti costieri più nascosti, per raggiungere le spiagge più belle o anche per scendere in paese a far la spesa e a cenare al ristorante. Va saputo usare con perizia per evitare che si ingolfi il motore o che il gommone sbatta sulle rocce.
Il wc va usato anch’esso con perizia e un bravo skipper consiglierà il suo utilizzo corretto. L’utilizzo dell’acqua dolce per docce e lavaggio stoviglie è un altro aspetto molto importante da gestire con buon senso, come anche ricordare la chiusura degli oblò in navigazione. L’acqua salata quando entra in cabina trattiene umidità e peggiora drasticamente lo “standard” qualitativo della vacanza.
Vi ho spaventato? può essere, ma certi accorgimenti, se seguiti, prevengono disagi e segnano i confini tra la “vacanza dei sogni” e il peggior “incubo fantozziano”. I pescatori di mestiere sostengono che “o’ mare è ostile”, ma il marinaio professionista è spesso costretto a lavorare in ogni stagione e in ogni situazione, di giorno come di notte, col sole e con la pioggia. In estate il Mediterraneo è spesso un placido lago con tramonti mozzafiato, spiagge paradisiache e fondali turchesi. Peraltro è anche molto piacevole sostare in un porto sicuro in caso di maltempo, esplorando l’entroterra alla scoperta di storia, tradizioni e prodotti locali, o anche oziare a bordo sorseggiando un buon vino, giocando a carte con gli amici sul tavolo della dinette. Ho visto gente semplicemente felice di terminare un libro letto con passione tutto d’un fiato.